In questi mesi, da quel 21 marzo 2007, c'è stata una lenta ma inesorabile rivoluzione. Così, come ci sono fiori che fioriscono al buio (Fernando Bandini) ci sono cambiamenti che avvengono senza neppure che ne siamo consapevoli.
Probabilmente questi cambiamenti li abbiamo voluti, quasi fosse implicito nello scegliere di partecipare ad un corso di cabaret una spiccata tendenza a mettersi in discussione. Bastava solo questo perché la rivoluzione avvenisse. Abbiamo trovato nuovi amici, incontrato amori, affrontato il panico da palcoscenico riscoperto fiducia in noi. Sarà stato il “Credeteci” di Davide o l’abbraccio di chi ha condiviso con noi questo viaggio a darci la forza di continuare anche quando era difficile.
Forse qualche cicatrice ancora la celiamo dentro, ma se la chiami esperienza sembra una cosa carina.
A chi mi ha dato “belle sensazioni”.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto direspirare. Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. (P. Neruda)
... all'inizio non volevano salire sul palco ... adesso non vogliono più scendere!